Newsletter estiva, che esce di rado – le settimane scorse sono arrivata al weekend troppo fiacca per mettermi a scrivere – e raccoglie pensieri sparsi in giro, per non lasciare troppo disordine prima di partire per le vacanze.
Mentre ti arriva la newsletter noi siamo in partenza per il viaggio estivo, destinazione Paesi Baschi; la prima idea era di andare in aereo, poi io ho considerato quanto odio gli aeroporti, le attese, le file, il noleggio auto, e ho proposto di partire in auto da qui, attraversando il più velocemente possibile l’Italia e poi procedendo lenti lungo la Francia del sud e i Pirenei. Visto il caos di questi giorni fra aeroporti bloccati da guasti informatici e linee ferroviarie fuori uso, sembra una scelta azzeccata, poi ti racconterò come va; intanto guardo il meteo di Bilbao e respiro.
Sì, viaggiare
L’estate scorsa, raccontando il mio viaggio in Norvegia, avevo promesso
Un giorno scriverò del fastidio che mi danno certe polemiche snob sull’overtourism, ma non oggi, che già la sto facendo lunghissima.
Nel frattempo il tema è diventato sempre più caldo, fra editti contro gli affitti brevi, proteste dei residenti in molte destinazioni spagnole, città che provano a incentivare comportamenti virtuosi da parte dei visitatori, altre che invece optano per tariffe differenziate per residenti e ospiti.
Anche a me dà fastidio dover sgomitare per vedere qualcosa: a volte rinuncio, a volte me ne faccio una ragione ammettendo di essere anch’io parte del problema, una delle tante persone nella folla.
Cerco di viaggiare in modi rispettosi, ma quando arrivo in un posto nuovo voglio anche vedere i monumenti e i paesaggi più famosi, che peraltro in genere sono famosi perché sono molto belli. Se non avessi la Toscana a poche ore di viaggio da casa e ci andassi per la prima e probabilmente unica volta nella vita, metterei in cima alla lista Firenze e Pisa, non i borghi nascosti e le pievi di campagna; quindi, non sono nella condizione giusta per infastidirmi della folla in coda agli Uffizi.
Ho trovato intelligente la scelta di San Juan de Gaztelugatxe, eremo basco dal nome impronunciabile che si trova sulla cima di un promontorio collegato alla costa da uno stretto istmo roccioso. Dopo essere finito in alcune scene di Game of Thrones, da luogo sconosciuto che era è diventato meta affollatissima, perciò a un certo punto si è deciso di contingentare gli accessi: l’ingresso alla riserva naturale e ai sentieri resta gratuito, ma nei weekend e durante l’estate si entra solo con la prenotazione.
Se ti interessa, pensaci per tempo: io ho prenotato il 13 luglio e il primo posto disponibile era per il 29, il giorno dopo avrei voluto cambiare orario ma non c’era più un posto fino alla fine del mese. Certo, questo toglie la possibilità di andarsene in giro improvvisando il da farsi, ma alla fine mi sembra una formula da considerare, lo vedrei bene anche in certe mete dolomitiche o sul Preikestolen: il resto dovremmo farlo creando una cultura più rispettosa dei luoghi sempre, sia che li attraversiamo da turisti sia che ci viviamo.
Avendo frequentato spesso il mondo del marketing turistico, sono diventata allergica alla formula “puntare sul turismo di qualità”, perché so che la sua onesta traduzione è “vogliamo solo turisti ricchi” mentre per me viaggiare deve essere alla portata di chiunque voglia farlo, non un privilegio di classe. Mi mettono a disagio anche certe proteste contro la gentrification che si oppongono, per esempio, all’arrivo di una metropolitana: lasciare un quartiere nel degrado perché resti alla portata economica dei più disgraziati è forse un obiettivo desiderabile? Non dovremmo piuttosto lottare per dare a più persone la possibilità di avere case, quartieri, servizi decenti? Non sono convinta nemmeno che il vero problema siano gli appartamenti, anche perché gli hotel in batteria non mi sembrano una soluzione migliore sia dal punto di vista dell’impatto ambientale, sia da quello del tessuto urbano e sociale.
Insomma, sono un nido di pensieri in contraddizione fra loro, non ho soluzioni facili in tasca, viaggio alternando soste brevi in hotel a soggiorni più lunghi in appartamenti HomeExchange mentre il mio grillo parlante interiore mi ricorda che anche avere un appartamento da scambiare è privilegio da benestanti.
Letture e film estivi
Amo le arene estive che mi permettono di recuperare i film che durante l’autunno e l’inverno mi ero persa per pigrizia o distrazione. A luglio ne ho visti quattro e mi sono piaciuti tutti:
The Holdovers, profondo ma senza retorica; nota a margine, mi fa molta impressione tornare agli anni della mia infanzia in cui era così normale che tutti fumassero dappertutto;
Un mondo a parte, nonostante alcuni cliché e scene un po’ scontate, certe riflessioni sull’idealizzazione della montagna e dei luoghi remoti da parte di noi cittadini ci stanno tutte; segnalo anche la recensione su L’altra montagna, rivista online che apprezzo moltissimo;
Troppo azzurro, opera prima molto riuscita del giovane regista romano Filippo Barbagallo;
Cattiverie a domicilio, film molto godibile con una straordinaria Olivia Colman, ma io ho apprezzato soprattutto il personaggio interpretato da Anjana Vasan, la giovane poliziotta penalizzata sia dall’essere donna sia dal non essere bianca, che riesce a far muovere la storia fuori dai binari in cui sembrava imprigionata.
L’unica nota dolente delle mie serate al cinema è che, guardandomi intorno, avevo la spiacevole sensazione di essere a una gita della terza età: eravamo quasi tutti vecchi, maggioranza boomer e una sparuta pattuglia di GenX, madò che malinconia.
Voglio rileggere alcuni capitoli di Mostri di Claire Dederer, di cui avevo già scritto qui, perché, come si dice, "ogni giorno ce n'è una", e fra Alice Munro – di cui, mea culpa, non ho mai letto nulla – e Neil Gaiman, il tema della relazione fra la vita e le opere non ha mai risposte definitive, anche per chi, come me, difficilmente si pensa "fan" di qualcuno o qualcuna. Di certo si tratta di un libro che si presta alla riflessione, non è uno di quei saggi che quando arrivi alla fine pensi “sarebbe bastato leggere il primo capitolo perché tutto il resto è una rielaborazione di un solo concetto”.
Sul versante graphic novel, ho divorato Perpendicolare al sole di Valentine Cuny-Le Callet; se passi da Ravenna da qui al 30 luglio, straconsigliata la mostra Love comics, con le tavole originali di molti autori e autrici; le sale di Valentine Cuny-Le Callet personalmente sono quelle che mi hanno colpita dritta al cuore.
E poi finalmente è arrivato il secondo volume di La mia cosa preferita sono i mostri; penso che lo caricherò in auto insieme al primo, che voglio rileggere per godermi bene tutta la storia e gli straordinari disegni di Emil Ferris.
Gli appuntamenti di settembre
Prima di tutto, il Freelancecamp: venerdì 6 e sabato 7 settembre, all’ombra dei pini del camping Villaggio del Sole di Marina Romea, ci ritroviamo per discutere, conoscere gente nuova e abbracciare amici e amiche, sarà come ogni volta l’edizione più bella di sempre.
Cambiando contesto e passando alle cose di lavoro, il 25 settembre a Milano io ed Elisabetta Bruno parliamo di Email marketing e automation che portano risultati: database, email push, flussi automatici, e come trasformare il database aziendale in un asset strategico mediante tecniche avanzate di segmentazione, personalizzazione e automazione. Fino al 20 agosto l’iscrizione è a un prezzo scontato, pensaci.
Ciao Alessandra, arrivo qua grazie alla segnalazione di Linguetta, con una coincidenza di titolo che fa sorridere.
A San Juan de Gaztelugatxe ci sono stato qualche anno fa, bellissimo posto. Non avevo prenotato e ci ero arrivato in bus.
Scalette sudatissime, ma che incanto la vista da lassù con quelle rocce spianate a sfioro dell'acqua.
I paesi baschi sono bellissimi! Buon viaggio!
La mia cosa preferita sono i mostri è meraviglioso ora anche io mi appresto a leggere il 2!