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Mar 31Liked by Alessandra Farabegoli

Grazie Alessandra, sentir dire queste cose da un genitore mi conforta. Lavoro in autoscuola da tanti anni, spesso vedo genitori che addirittura parlano al posto dei loro figli al momento dell’iscrizione, rispondendo a semplici domande come “hai già compiuto gli anni?”, come se il figlio non fosse in grado di farlo.

I ragazzi hanno tanti problemi ad imparare a guidare proprio perché non hanno motricità, percezione del loro corpo nello spazio, che si acquisisce da bambini facendo tante attività pratiche, e fanno fatica a gestire l’ansia il giorno dell’esame perché non sono abituati a fare qualcosa che dipenda solo da loro.

E per quanto riguarda i limiti di velocità più bassi, io sono completamente d’accordo, ma pare che andare piano sia un disonore, e anche insegnare a farlo (ma io non mi stancherò mai di dire “togli il piede dal gas e guardati intorno).

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Apr 2·edited Apr 2Liked by Alessandra Farabegoli

Tutto molto vero.

Meno cellulare, più indipendenza, gioco libero, sport.

In un paese - piccola città forse è più semplice che in una metropoli.

Noi stiamo cercando di trasformare la nostra microscopica società sportiva in un piccolo centro di aggregazione per i ragazzi, ed i genitori ne sono entusiasti.

Qui non possono usare il cellulare (almeno fino ai 16 anni, guarda caso), giocano liberi quando non c'è attività, hanno il loro spazio per fare compiti, leggere, studiare. Organizzeremo un cinema, un laboratorio di pittura (dipingeranno le pareti di ufficio ed aula), mostre con i loro disegni, iniziative in cui saranno loro ad insegnare a genitori e nonni i rudimenti del loro Sport.

Incentiviamo il fatto che vengano da soli, a piedi o in bici (quasi tutti abitano nel raggio di 3-4 km dal circolo) magari aggregandosi in piccoli gruppi.

Sul tema "generazione ansia" esistono testi seri in italiano?

Acquisterò anche questo volume in inglese, ma la lettura in lingua mi risulta faticosa e mi piacerebbe un libro da poter leggere velocemente e suggerire anche ai genitori dei ragazzi (molti dei quali non conoscono l'inglese).

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Grazie Alessandra per questa importante riflessione che dallo smartphone in sé sposta il discorso agli spazi e ai tempi sui cui sono settate le nostre vite. Qualche settimana fa ne parlavo nella mia newsletter con la responsabile della Consulta CINNICA, un gruppo di associazioni e cittadini che a Bologna sta provando a fare “lobby” perché vengano adottate misure per una città più a misura di bambine e bambini. Mi ha colpita, nel racconto della loro esperienza, proprio l’idea dell’assetto dello spazio urbano come fattore fondamentale in grado di favorire la sperimentazione dell’autonomia, la gestione del tempo e, più in generale, la “presa sulla propria vita” da parte dei bambini. Perché, come giustamente sottolinei tu, il punto è proprio che ogni soluzione semplice è incompleta e poco utile.

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Mar 31Liked by Alessandra Farabegoli

Cara Alessandra, come spesso accade sono d’accordissimo su tutto. Aggiungiamo che anche noi genitori che vorremmo responsabilizzare i nostri pargoli non siamo aiutati né dalla società (a proposito di ciò che scrivi: in città non me la sento di far pedalare le mie figlie per strada); né dalla legge perché se lascio anche pochi minuti mia figlia da sola a casa (e sarebbe perfettamente in grado) rischio la galera.

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Mar 31Liked by Alessandra Farabegoli

Complimenti al diciottenne e all'università (e anche un po' alla mamma strana, dai <3)

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Mar 31Liked by Alessandra Farabegoli

Eh... fossero gli smartphone in mano ai giovani, il problema!

che poi chi glielo mette in mano?... E chi vedono - i giovani - smanettare di continuo su uno schermo?!

Evviva Trento ed evviva il diciottenne!

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Mar 31Liked by Alessandra Farabegoli

Mi piace questo messaggio rivoluzionario di domenica mattina!

Non ho molto da dire riguardo ai giovani e allo smartphone perché figli non ne ho e il mio primo smartphone l’ho avuto che ormai andavo già all’università. I suoi danni li ha fatti, sì, ma ho sono ancora della generazione che giocava in strada.

Quello che sicuramente posso commentare è che è vero che bisogna cambiare molte cose. Opinione proprio base: con gli affitti e i costi in generale che ci sono, bisogna lavorare in due e bisogna lavorare tanto. Molte aziende stanno togliendo il lavoro da remoto e sempre più giovani trovano modelli da seguire nel cellulare anziché nell’ambiente circostante. Ed è tutto un circolo vizioso, una palla di neve che si ingrossa piano piano.

Sorvolo sulla guerra e sul cambiamento climatico che quelle cose non generano ansia solo nei giovani, va (aiuto!)

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Mar 31Liked by Alessandra Farabegoli

Grazie per queste newsletter

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