In questi giorni in Romagna c’è il sole, un sole di maggio che brucia la pelle e illumina ogni cosa.
Sono tornata sul crinale del Monte Tiravento a Premilcuore, l’ultima escursione che avevo fatto l’anno scorso prima dell’alluvione.
È stato il mio modo di celebrare di nuovo il 25 aprile al cippo del partigiano Stoppa, e insieme l’anno che è passato e i suoi segni ancora presenti: lo smottamento sul sentiero che ci ha costretti a un passaggio difficile su un ciglio fangoso, le strade comunali a carreggiata ridotta, i letti dei fiumi sventrati dalle ruspe che hanno portato via tronchi e detriti.
È passato un anno dall’alluvione
E ce lo ricordiamo bene.
Alla Sala del Monte di Pietà in centro a Forlì c’è una mostra fotografica di Silvia Camporesi, Romagna sfigurata: due grandi sale, nella prima le immagini delle frane, i campi scivolati a valle per gli smottamenti, le case e le strade spezzate; nella seconda, i libri allagati della Biblioteca Diocesana di Forlì e i volontari, a spalare in mezzo al fango.
Ho trattenuto a fatica le lacrime: un magone improvviso che ancora mi sale quando ripenso a quei giorni, i campi a Filetto trasformati in un lago, le pala e i tiraacqua e gli stivali di gomma, quel fango così difficile da lavare via, le montagne di masserizie sfondate e gonfie d’acqua, il furgoncino del ristorante che ci porta da mangiare mentre spaliamo, le galline morte affogate nel pollaio, il farsi coraggio insieme che poi, quando si tornava a casa, ti veniva da piangere.
E le promesse dimenticate molto presto: ci ricordiamo, Giorgia Meloni, della tua passerella a sorpresa nel fango di Ghibullo, gli stivaloni azzurri e gli abbracci e quell’aria da “sono una di voi”; poi quando sei tornata a gennaio, insieme all’altra finta amica Ursula von der Leyen, in Piazza Saffi a Forlì c’era un cordone di polizia che teneva a distanza di sicurezza la gente, incazzata per non avere ancora visto nemmeno un soldo dei risarcimenti promessi.
I primi rimborsi – cifre ridicole, ogni persona può chiedere al massimo 20mila euro, le aziende 40mila – stanno arrivando adesso, ma parliamo di poche decine di famiglie, delle migliaia che hanno subito danni.
Intanto celebriamo
La Presidenza della Repubblica ha istituito dal 2010 un “Attestato d’Onore” per premiare quei giovani minorenni che, per comportamento o attitudini, rappresentano un modello di buon cittadino. […] L’Attestato attribuisce il titolo di “Alfiere della Repubblica” ed è riservato ai giovani fino ai 18 anni.
(quirinale.it)
Non ho mai fatto caso alle onorificenze, così come alle divise e alle bandiere, ma quest’anno con mia grande sorpresa ne è arrivata una che non posso ignorare.
L’antefatto risale appunto a un anno fa, quando nel pieno dell’emergenza ho ospitato nel mio ufficio i volontari di Micromondi, l’associazione che stava cercando di coordinare richieste e offerte di aiuto nella zona di Ravenna.
Il sabato dopo le grandi piogge, ancora in piena emergenza, io e Guido eravamo passati da loro per capire dove andare a spalare, ma ci han detto che era sconsigliato uscire nel forese perché le strade erano ancora tutte allagate; così io mi sono messa a scrivere la mia prima cronaca dell’alluvione e Guido è rimasto dare una mano con l’input dei dati. Quando gli altri hanno scoperto di avere fra loro un giovane nerd, gli hanno chiesto di dare una mano a migliorare il sistema informatico; lui ha chiamato il compagno di classe e amico storico e insieme, lavorando mattino pomeriggio e sera, hanno sviluppato un modulo per visualizzare sulla mappa domande e offerte di aiuto, materiali, volontari.
Del resto le scuole erano chiuse, cos’altro c’era da fare? Quando, un mese dopo, mi hanno chiesto i nomi dei ragazzi con la prospettiva di fargli avere “un qualche riconoscimento”, non ci abbiamo fatto troppo caso; l’idea era di ricevere una stretta di mano del sindaco, o poco più.
Invece Sergio Mattarella, dei 29 Alfieri nominati quest’anno, ne ha scelti sei dalla Romagna alluvionata (più una classe di Campi Bisenzio, che la nostra alluvione mica è stata l’ultima); due settimane fa Guido ha ricevuto una telefonata dal Quirinale, e mentre ti arriva questa newsletter noi stiamo partendo per Roma, dove lunedì 13 maggio c’è la cerimonia di consegna degli attestati.
Io devo ancora elaborare del tutto questa cosa, che mi genera emozioni diverse: un’esplosione imbarazzante di orgoglio materno, l’eccitazione per il fatto che entreremo al Quirinale non da turisti, la consapevolezza che i ragazzi e le ragazze che ci saranno lunedì sono 29 fra i tanti e tante che sono altrettanto in gamba e meritevoli.
Vedremo come va, magari te lo racconto la prossima volta.
che onore, che commozione, che bellezza! Immagino il coacervo di sentimenti: rabbia per le (solite) promesse disattese, voglia di "te ne dico io quattro" perchè quando ce vò ce vò, ma anche orgoglio di mamma e soddisfazione per il riconoscimento di non aver ceduto alla disperazione. Non è semplice e lo dice una friulana che ha provato il terremoto. Felicità per voi
Sono emozionata per voi!!!