Alleggerirsi
Che non sappiamo quanto durerà il viaggio, ma possiamo godercelo meglio senza zavorre.
Probabilmente hai letto anche tu l’intervista in cui Michela Murgia racconta di avere un tumore e pochi mesi di vita, e lo fa mescolando serenità, allegria e progetti per il futuro.
È così raro sentir parlare della malattia e della morte senza il solito carico di frasi fatte, spesso intrise di metafore guerresche; ho provato gratitudine per quelle parole, che mi riportano a un tema che ultimamente affiora spesso nei miei pensieri: il mettere in conto che non siamo eterni.
A differenza della Murgia io non ho aldilà su cui contare, perciò – soprattutto da quando mio padre, all’età che ho io adesso, è stato portato via da un infarto improvviso – la mia policy nei confronti della morte è cercare di tenere le cose in ordine, per risparmiare grane, dubbi e strazi a chi mi sopravviverà.
Non lo faccio mai abbastanza, sia chiaro: mi accontento di sistemare le cose a pezzi. Nei giorni scorsi, ad esempio, ho cancellato quasi tutti i post di un vecchio blog; praticamente, come mettere in ordine un cassetto e riproporsi di sistemare il resto della casa nei prossimi weekend. Lo spirito comunque è quello del sistemare la propria vita per alleggerire quella degli altri, come scrive Margaret Magnusson in un libro consigliato da Domitilla Ferrari.
Ah, giusto per essere chiara: neanch’io, come Domitilla, ho brutte notizie da dare, ma penso che la morte fa parte della vita e che, se la tenessimo più in considerazione, forse useremmo meglio il nostro tempo.
A proposito di usare meglio tempo, energia e il resto
Martedì prossimo io e Giorgio Tave ragioneremo insieme di intelligenza artificiale e dei suoi possibili effetti e impatti sul nostro lavoro; il webinar è organizzato da Clickable, per partecipare iscriviti da qui.
Di AI ho scritto e parlato spesso negli ultimi tempi – qui il video di una conversazione a cinque con Gianluca Diegoli, Giovanni Carrada, Donata Columbro e Mario Petruccelli. Una parte di me è positivamente curiosa, perché davvero – come dice Mafe de Baggis – in certi casi è come avere un assistente dalla memoria prodigiosa e mai stanco di rendersi utile. L’altra parte, più cinica e allenata alle disillusioni, teme piuttosto che i nuovi tool moltiplicheranno ulteriormente la valanga di contenuti mediocri e inutili che già ci sommerge, aggravando oltremisura l’impronta carbonica del rumore digitale.
Iniziamo a cancellare un po’ di più, a scrivere un po’ di meno, a coltivare il silenzio? So che io stessa, mentre lo scrivo, per il fatto stesso di mandare una newsletter contraddico il mio appello: prometto di intensificare le azioni di compensazione, sarà l’estate del mio dimagrimento digitale.
Tu ci vieni al Freelancecamp?
È maggio e fra poco c’è quella cosa bellissima che è il Freelancecamping: a questo giro è molto importante esserci, perché ne uscirà fuori anche il futuro di questo progetto.
Intanto, anch’io ho risposto alla rituale intervista, perché non ci sono solo gli storici che vengono a ogni edizione dal 2012, ma tante persone nuove che magari, vedendomi sul palco, si chiedono ma chi è questa?
La bellezza è anche gratis
Ho contribuito anch’io alla breve guida di Rame sui piaceri a costo zero; e davvero è così, ogni giorno puoi trovare bellezza e piacere senza tirar fuori il portafoglio. Questa settimana ero a Milano per lavoro, ho incontrato amiche che non vedevo da tempo – o avevo visto solo sullo schermo – e ho attraversato il giardino dietro a Piazza Gae Aulenti che avevo visto solo d’inverno, ma in questa stagione è una festa per gli occhi.
Certo, la bellezza non succede a caso, c’è stato chi ha fatto scelte e ha deciso per i fiori di campo. Voglio essere anch’io quel tipo di persona.
Buona primavera