Non ricordo di aver mai votato di sabato, ma sicuramente il giorno del mio primo voto sono andata al seggio la domenica mattina presto, come si è fatto sempre a casa mia – i diritti è bene esercitarli, che qualcuno non pensi di poterli revocare facilmente.
Era quarant’anni fa e anche allora erano elezioni europee; ricordo bene l’emozione collettiva per la morte improvvisa di Enrico Berlinguer, la me diciannovenne arrabbiata che decise comunque di votare a sinistra del PCI – Democrazia Proletaria per la cronaca; all’epoca non doveva esserci lo sbarramento al 4% perché presero comunque un seggio, pur con l’1,44% dei voti – e la felicità effimera per il primo e unico sorpasso del PCI al 33,33% sulla DC al 32,96%.
L’affluenza alle urne a quelle elezioni fu dell’84,47%: quelli erano i numeri allora, prima che il bombardamento delle TV commerciali rimbambisse intere generazioni e l’asticella della decenza si spostasse sempre più in basso; quando Albanese non aveva ancora inventato Cetto Laqualunque e comunque ci avrebbe fatto ridere, ingenui noi a non immaginare che ne avremmo visti tanti dal vivo come e peggio di lui.
Ma viviamo in tempi interessanti
E oggi ho accompagnato mio figlio per la sua prima volta al seggio, e del passato mi interessa il giusto: voto per il futuro, col sorriso sulle labbra perché la guida e lo scout sorridono e cantano anche nelle difficoltà.
Si va dopo aver fatto i compiti: leggere i programmi dei partiti “papabili”, valutare i nomi delle persone candidate, fare una scelta, avendo accettato da tempo che raramente le scelte sono – o si rivelano alla lunga – soddisfacenti al 100%; ma è molto meglio votare chi mi rappresenta al 70-80% che lasciare il potere in mano a chi fa scelte totalmente opposte a ciò in cui credo.
Voto per il clima, per i diritti, per la giustizia sociale, per un’Europa che non diventi una fortezza razzista, ottusa e ostile; qualunque voto che faccia spostare verso sinistra il baricentro del prossimo Parlamento UE, o perlomeno non lo faccia sbilanciare troppo verso destra, è un voto utile, quindi hop hop, e usare anche le preferenze, che nelle elezioni nazionali mi mancano moltissimo proprio perché, dentro a partiti di cui non condivido il 100% delle posizioni, poter dare forza a persone a cui mi sento più vicina è solo giusto. A proposito di preferenze, io a questo giro voto convintamente due donne e un uomo, pur sapendo bene che i posti in palio non sono abbastanza, ma proprio perché si sappia di quali persone mi fido di più, come vorrei che si facesse politica.
Cose lette e ascoltate, cose fatte e che farò
Ho ascoltato in audiolibro L’incendio di Cecilia Sala, reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan. Dobbiamo leggere di più, conoscere di più, smettere di giudicare per frasi fatte paesi e conflitti di cui non sappiamo niente. I capitoli sull’Ucraina e più in generale le storie che Sala e altri e altre reporter ci hanno raccontato sono il motivo per cui, pur con molta paura, resto convinta che pace non può essere resa e accettazione dell’abuso, che prima della pace purtroppo a volte tocca fare la guerra, pur cercando in tutti i modi di non dover più fare la guerra.
Molto bella la lunga conversazione fra Zerocalcare e Luca Sofri (ilPost, io vi adoro, ma se non la finite di sfornare podcast io devo smettere di lavorare). Quando muori resta a me è un libro denso, che ho letto troppo in fretta in settimane in cui sono troppo stanca, ma chiunque ancora pensi che un fumetto è un’opera minore semplicemente non capisce niente.
Sto lavorando pancia a terra su un progetto complesso in cui sono nella scomoda posizione di dover tenere insieme molti attori, alcuni dei quali poco collaborativi o schiettamente ostili. Sento la fatica e a volte ho paura di non riuscire a rispettare le scadenze; riaggiusto i piani e le liste di cose da fare, ora inizio a vedere la luce in fondo al tunnel ma so che dopo inizierà una nuova galleria, sto imparando molto ma che fatica a volte.
In tutto questo, giovedì 13 giugno mi stacco dal progetto-monstre e vado a WMF, a raccontare, insieme a Magnews, il lavoro che abbiamo fatto insieme a una bella azienda B2B, di quelle che a uno sguardo superficiale sembrano poco sexy – ma sono quelli che inventano sistemi di refrigerazione e condizionamento aria sempre più efficienti e intelligenti, insomma la roba che ci può dare un pezzo di soluzione per la transizione ecologica. Se passi dal WMF, fai un saluto.
Stesso pensiero e modalità di voto, oltre al fatto che anche la prima volta al seggio fu per delle Europee... E quanto mi mancano le preferenze, é stato bellissimo poterle esprimere
Sempre un piacere leggere e riflettere!❤️